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IL TUO FUTURO INIZA SOLO UN UNICO GIORNO: OGGI.



Siamo in quel periodo in cui ci si sente quasi in dovere di avere dei propositi per l’anno nuovo… come se il mese di Gennaio fosse il momento magico in cui sia giusto se non doveroso iniziare qualsiasi cosa.

La realtà è che non bisogna aspettare di certo questo “D-Day”.

Il giorno migliore per iniziare è semplicemente OGGI!

Dedica A TE STESSO il giusto tempo per riflettere… e con questo blog post voglio aiutarti!

TRASFORMAZIONE SENZA FINE


Penso che l'idea della trasformazione sia uno dei regali più importanti che la vita mi ha fatto: non accettare quella che è la mia vita, quello che è il mio corpo, quella che è la mia situazione, ma abbracciare l'idea che siamo tutti fatti per crescere, cambiare ed evolvere in una versione leggermente diversa di noi. 


Certo non possiamo cambiare il nostro esoscheletro o il nostro corredo genetico: se da un lato, a mio avviso, non abbastanza persone sono grate di quello che la natura gli ha dato, dall’altro non dobbiamo necessariamente e obbligatoriamente rimanere quello che siamo oggi in tutto e per tutto


Dobbiamo ricordarci che come abbiamo cambiato fino ad oggi dalla nascita, così possiamo cambiare anche in futuro. Il Body Building e l'allenamento sono proprio l'emblema di questa di questo concetto della trasformazione. 


In diverse occasioni ho parlato di "illusione della fine della storia”: “Fine della Storia” è il titolo di un saggio del politologo statunitense Francis Fukuyama, che interpreta la storia dell'umanità come un unico processo di evoluzione che vede il termine alla fine del XX secolo. Il raggiungimento del traguardo di stati liberali e democratici, fondati sui principi fondamentali dei diritti dell'uomo, rappresenta la conclusione dello sviluppo socio culturale dell'umanità, diventando pertanto la forma definitiva di governo nel mondo

Nel 2013 un gruppo di psicologi, prendendo spunto dal concetto di Fukuyama, ha coniato l'espressione “illusione della fine della storia” descrivendo il bias psicologico che porta a illuderci che la nostra storia personale sia recentemente conclusa, che siamo diventati le persone che eravamo destinati a diventare e lo resteremo per il resto della vita.


La maggior parte delle persone pensa di essere cambiata molto nel passato, ma non pensa di essere in grado di cambiare in futuro. Le persone considerano il presente come un momento spartiacque in cui sono finalmente diventate quello che saranno per il resto della loro vita.


Il pensare che sei ok come sei oggi è sicuramente una cosa sana e saggia (sì, sei vivo… sì, hai avuto le tue difficoltà ma fino a qui ci sei arrivato… sì, hai un lavoro stabile… sì, avrai una certa pensione… sì, ci sono persone attorno a te che ti fanno stare bene…).

Allo stesso tempo c'è una grande opportunità da cogliere.


Non diventiamo il limite di noi stessi

E non sto parlando solo di salute e trasformazione puramente fisica! 


Uno dei Pilastri nel team Pavone è la “Salute Profonda”, un concetto a sei dimensioni che copre i diversi aspetti della tua esistenza e della tua salute: emotiva, fisica, mentale, esistenziale, di ambiente e sociale/ relazionale. 


Nel Team Pavone non si parla di sola ghisa

E così anche la tua trasformazione può comprendere diversi domini della tua vita!


E qua ho una domanda per te: quale area della tua vita vuoi cambiare di più? 



IL PRIMO PASSO: LA CONSAPEVOLEZZA


Troppi adulti non hanno consapevolezza di tante aree della loro vita, delle loro emozioni, e dei loro pensieri. 


Nelle aree dove ti trovi a lamentarti chiediti: quanto sono consapevole di dove voglio arrivare? Quanto sono consapevole di cosa è necessario fare per arrivare dove voglio? 


Per cambiare è necessario 

  • capire dove sei oggi

  • decidere dove vuoi andare

  • circondarti delle persone giuste 

  • lavorare duramente 

  • avere pazienza  


E’ molto importante che tu visualizzi obiettivi e priorità. 

  • Dove sei oggi? 

  • In cosa hai lavorato duramente nell'ultimo anno? 

  • Quali sono le cose più importanti per te al momento? 

  • Non pensare solo ai prossimi tre mesi: dove vuoi arrivare nei prossimi 2, 5 e 10 anni? 

  • Pensa alla tua finanza (quanti soldi hai e quali asset possiedi).

  • Pensa ai tuoi pensieri ed alle tue emozioni.

  • Pensa alle tue relazioni ed alla cerchia di persone importanti per te. 

  • Pensa ai tuoi hobby. 

  • Pensa al tuo lavoro. 

  • Pensa al tuo allenamento, al tuo fisico, alla tua salute. 

  • Pensa alla tua dieta. 

  • Pensa al posto in cui vivi. 

  • Come vuoi che cambi la tua vita? 


E non avere paura di cambiare idea! Tante persone associano la loro identità ad una serie di prospettive e di idee sul mondo, senza voler mai metterle in discussione o quantomeno rivalutarle. Ed è un peccato perché è un po' come auto-limitare la crescita della tua persona.


Prova a chiederti: su quale cosa non cambi idea da tanto, tanto, tanto tempo?  E’ un qualcosa che si allinea ai tuoi valori? 


Magari la risposta è sì: è uno dei tuoi capisaldi, è una di quelle tue rocce emotive e psicologiche che ti fa stare bene e che ti ricorda chi sei. 

Ma ricorda: la sicurezza in te stesso non è solo data dalle convinzioni che hai.


La sicurezza è data dal creare una indiscutibile pila di prove che dimostra che sei quello che dici di essere.

Una pila fatta dalle tue azioni quotidiane e dalla disciplina che metti nel fare le cose che dici di voler fare.


Abbiamo necessariamente bisogno di questa direzione a lungo termine e di questa sicurezza per cambiare con successo. 

E non possiamo nascondere che spesso, per sentirti allineato ai tuoi obiettivi, si creerà tanto stress. 


Ma è giusto che sia così.


Nessuna medaglia olimpica è stata mai vinta per sbaglio. 

Nessun Annibale ha passato le Alpi con gli elefanti per sbaglio. 

C'è voluta una strategia d'azione e dire: “ok, voglio passare le Alpi. Come facciamo?”


Il come facciamo tutto questo renderà la tua vita super entusiasmante, anche se il problema che stai cercando di risolvere è tipo “sabbia nelle mutande”...  fastidioso… quasi doloroso!


Più spingerai durante questo processo, più sarai grato di essere arrivato dall'altra parte, quando arriverai dall'altra parte. 


Perché io credo in te, io credo che tu riuscirai a cambiare.

Quello che probabilmente ti manca è un calcio nel deretano per iniziare

Insieme ad un sistema di supporto che ti permetta di sentirti a casa mentre lavori verso questo obiettivo.


NON PARLIAMO DI SACRIFICI MA DI COMPROMESSI


Nella vita è più importante fare compromessi rispetto a fare sacrifici.

Il sacrificio è il rinunciare a una cosa per dare priorità a un'altra.

Vivrai tante situazioni in cui sai che devi fare una determinata cosa, però in realtà ne vuoi fare un'altra: in quel contesto non necessariamente devi sacrificare una delle due. 


Ci sono tanti posti nel mezzo e questi sono rappresentati dai compromessi


Facciamo un esempio nella sfera della Salute Fisica: immaginiamo che il tuo obiettivo attuala sia perdere massa grassa e che quindi tu sia in una fase di deficit calorico. Ipotizziamo che il tuo mantenimento in questo momento sia di 2.000 calorie e che il tuo target calorico sia tra 1.700-1.800.

Hai già consumato le tue 1.800 calorie, ma hai ancora fame e ti chiama il tuo migliore amico perchè vuole fare due chiacchiere con te al vostro pub preferito.


Opzione “Sacrificio” 

"Va beh, oggi non sto in deficit, mi sfondo al pub di birra, hamburger e patatine e domani mi ci butterò di nuovo. Sacrifichiamo questo deficit"

Di fatto questo potrebbe sabotare fortemente i tuoi progressi nel corso della settimana, proprio perché potrebbe portarti a mangiare 2.500 calorie, se non 2.800/3.000 calorie.


Opzione “Compromesso”

"Mi fa piacere vedere un amico, magari gli propongo di andare nella gelateria a fianco dove fanno una macedonia di frutta fresca eccezionale."

Così facendo atterrerai verso le 2.000 calorie. Certo, in quel giorno non avrai perso grande peso, anzi, di fatto avrai mantenuto il tuo peso (indipendentemente da quello che dirà la bilancia il giorno dopo).

E’ un compromesso perché non hai fatto un passo in avanti verso il tuo obiettivo di dimagrimento (sei tornato a dare al tuo corpo quello di cui hai bisogno per mantenere questo peso), ma non ti sei neppure sfondato e ti sei goduto una serata con il tuo amico.

Potenzialmente potresti comunque procedere al ritmo perfetto nel resto della settimana: perché immagina che la mattina dopo ti svegli, ti senti bello carico di energie, hai dormito bene e sei motivato a progredire verso il tuo Quel giorno lì potresti addirittura trovarti a mangiare 1.600 calorie senza avere troppa fame (perchè sei riuscito a gestire bene le calorie durante il giorno, a suddividere le proteine equamente, ad avere alimenti ad alta densità di nutrienti e una bassa densità energetica o calorica).


Quindi in un caso sei andato “all-in”: hai sacrificato il tuo deficit in funzione della fame e possibilmente non hai perso un etto alla fine della settimana. Per quel giorno in cui hai fatto il sacrificio, non perdi peso per tutta la settimana


Nell'altro contesto invece hai fatto un compromesso, ti sei regalato qualche caloria in più, senza però dimenticare che quante calorie mangi impatta il tuo progresso alla fine di un determinato periodo di tempo. 


Ed ora ti chiedo: chiudendo gli occhi e ripensando a quel giorno lì, dirai lo stesso a te stesso “Dai, vabbè, oggi dimentichiamocelo questo deficit… ricominciamo domani”?


È chiaro che avere la botte piena e la moglie ubriaca, specialmente per obiettivi importanti, nella maggior parte dei casi non è possibile. 


Sarà necessario farsi il mazzo e rimboccarsi le maniche. 
Ma è importante ricordarti anche di avere un po' di compassione verso te stesso: 

Sei umano.


Hai sbagliato in passato.

Sbaglierai ancora in futuro. 


Sicuramente non sarai perfetto.

Anzi, sicuramente sarai imperfetto.


Ricordati solo che tutto questo non diventi una scusa per non fare le cose importanti per te.

ATTENDERE L’ASSOLUTA PERFEZIONE O PREFERIRE UN’AZIONE IMPERFETTA?


Quest'anno ho vissuto diversi cambiamenti di circostanze e ci sono stati periodi dove continuare il podcast “Radio Pavone” è stato veramente sfidante perché ad oggi non possiedo ancora un ufficio (solitamente trasmetto da camera mia a Savona).

Non vedo l'ora di avere un ufficio tutto mio, di avere uno studio insonorizzato per registrare questo show, dove poter invitare ospiti e dove potermi dedicare alla crescita di questo show in maniera un filino più professionale.


Avevo davanti due strade: 

  • Aspettare e sacrificare anni e anni e anni di registrazione in funzione di quando le circostanze sarebbero state perfette.

  • Tenere botta, non smettere di pubblicare, non interrompere la mia abitudine di produrre un episodio a settimana anche se le condizioni fossero fortemente imperfette (circondato dalle sirene di qualche ambulanza o da qualche muratore rumeno che rifà la facciata di camera mia)


E mi sono chiesto: cos'è più importante per me? Cos'è leggermente meglio per i miei obiettivi?


A mio avviso aspettare le circostanze perfette sarebbe stato peggio rispetto a continuare. Perchè questo tenere botta mi avrebbe permesso di crescere nella pubblicazione settimanale di questo show, di affinare la mia abilità di parlare davanti a un microfono in totale solitudine e di arrivare dopo 10 anni alla pubblicazione di oltre 500 episodi.

Certo, non potrò battere da solo grandi organizzazioni che hanno già 1.500 podcast al loro attivo! Ma fidati quando ti dico che se atterri su un podcast che ha più di 500 episodi, inizi a pensare:

"Però! Questa persona è qui da un bel po’!"

“Wow! Questa persona sicuramente dimostra di avere costanza!”

"Sicuramente gli ultimi episodi sono frutto di tutti i 500 episodi accumulati!"


Ed ora chiediti tu stesso: meglio aspettare un allineamento planetario perfetto, o martellare con azioni quotidiane anche se imperfette?

SFORZO COSTANTE, STRATEGIA E ACCOUNTABILITY


Ero solito dire che la costanza era l'unica cosa che importava per quanto riguarda ottenere risultati importanti. 

Ho cambiato un po’ questa formula.

Ho cambiato idea. 


Penso che per ottenere risultati sia necessario avere il giusto mix di sforzo costante, strategia e accountability. 


Vuoi avere lo sforzo costante che non vuol dire fare sempre una determinata cosa.

Prendi per esempio l'allenamento: non è che ti devi allenare sempre per avere risultati,

Però se hai un programma e decidi che ti alleni quattro volte a settimana, quelle quattro volte le vuoi fare. E non c'è visita del fratello o del parente che non vedi da tanto tempo che tenga. 

Questo è lo sforzo costante e quando si parla di trasformazione è molto importante. 

Se inizi a saltare uno o due allenamenti o diventa un'abitudine saltare l'allenamento di gambe, non parliamo di risultati. 

I risultati richiedono questo sforzo costante. 

Se ti alleni una volta a settimana non essere frustrato dai risultati. 

In più di un'occasione ho spiegato quanto sia importante allenarsi regolarmente (e vigorosamente) dalle tre alle quattro volte a settimana.

Si parla di 50-60 minuti a botta, ragazzo!

Non si tratta di azzerare il resto della tua vita!


Abbiamo poi bisogno di una strategia perché lo sforzo costante nel fare le cose sbagliate non ti porterà i risultati di cui sei alla ricerca!

Immagina che lavori durissimamente per mangiare un preciso ammontare di grassi ogni giorno... ma che questo ammontare sia completamente sbagliato. 

O immagina che l'ammontare di grassi sia giusto, però non stai lavorando così duramente e così costantemente sulle calorie e mangi un ammontare calorico totalmente diverso da quello che dovresti mangiare per raggiungere i tuoi obiettivi. 

Non arriverai dove vuoi arrivare.


E qua arriva in aiuto la terza parte, la terza variabile di questa equazione che è l'accountability.

L'accountability (in italiano la trovi tradotta come responsabilità) è letteralmente quando hai qualcuno a cui rendere conto, a cui devi rendere conto.


Per cambiare, per ottenere risultati nella vita, per evolvere in una versione migliore di te l'accountability è tutto, anche se hai esperienza. 

Vuoi essere oggettivamente maturo e guardare onestamente la tua vita e dire: "ok, ho messo lo sforzo, sono stato costante, sto seguendo la strategia, però dovrei essere più preciso o più regolare in questa determinata cosa". 


Avere un sistema di accountability può anche essere soltanto un amico pazzo e fuori di testa come te, che ti chiama alla fine della settimana, bussa alla porta dei tuoi obiettivi e della tua costanza e ti chiede “Ma l'hai fatta quella cosa?” “Mi avevi detto che saresti andato in palestra tre volte questa settimana. Però io venerdì non ti ho visto. Sei andato lo stesso, Sei andato la sera?” 


Avere una persona che ti controlla, che controlla che tu performi al meglio di quello che avevi detto avresti performato è fondamentale 

Senza quella persona, senza nessuno che ti controlli quando non stai facendo le cose che dovresti fare, senza nessuno che si accorga quando fai una cosa fatta bene o una cosa fatta male è difficile avere grandi risultati.


Michael Phelps non sarebbe stato Michael Phelps senza Bob Bowman. 

Qua lo dico e qui lo ripeterò sempre. 

Se tu pensi che Phelps sarebbe stato lo stesso Michael Phelps da solo, ti sbagli! 

Bob Bowman è un cacchio di allenatore, è un super coach: ho ascoltato sue diverse interviste ed ha una buona profondità di pensiero, un'ottima preparazione tecnica e mi è sembrato avere anche una grande capacità umana (ho visto qualche scambio sul bordo vasca le volte che le nostre strade si sono incrociate ai Mondiali).

Non è un caso che nel 2016 sia diventato l’Head Coach della nazionale Olimpica di nuoto degli Stati Uniti d'America … ed ho detto tutto!


Quando ci sono questi campioni spesso si ragiona su di chi sia il merito del fenomeno:

  • il fenomeno sarebbe diventato fenomeno con chiunque?

  • oppure il ragazzino è diventato un fenomeno per via dell'allenatore?


Per me la risposta giusta è solo una: il fenomeno è dato da due individui, l'atleta ed il coach.

E' quello che diventano atleta e coach quando lavorano insieme che fa il fenomeno!

Io stesso ho assunto un Coach (Adam Miller del Team di N1) e questo ha creato un circolo virtuoso super positivo dove io stesso sono diventato un atleta migliore anche soltanto per il fatto che c'era lui e che sapevo che avrei dovuto rendergli conto alla fine della settimana. 

Durante un sabato sera passato a fare un barbecue con il fratello e gli amici ed a mangiare magari leggermente sopra quello che avrei dovuto mangiare per i miei obiettivi, l'idea di avere martedì Adam che mi chiedeva come era andata la settimana, già mi ha portato a comportarmi in maniera diversa in quell'occasione.


Questo è il potere del coaching. 

Il coaching rappresenta un grande incentivo perché crea un accountability già di per sé.

Crea risultati migliori.

Questo l'ho visto sulla mia pelle. 

Questo “rendere conto” richiede di essere onesti e di osservare alcune variabili della nostra vita in maniera attenta. 


Troppe persone si lamentano della loro forma fisica, ma non hanno mai chiesto aiuto. Lo vogliono fare da soli, ma in realtà non riescono a farlo da soli.

Perché?

Perché non hanno gli strumenti giusti, non sanno da dove iniziare, non sanno che allenamento fare, hanno dei dubbi sulla loro dieta.


A volte ci troviamo nella situazione di voler gestire i problemi di cattiveria, di forza, per poi ritrovarci dopo qualche settimana allo stesso punto

E c'è la tendenza di tante persone a voler ripetere la stessa cosa: ancora più cattiveria, ancora più forza, ancora più rabbia. 

Dimenticandosi che se quelle prime tre settimane di cattiveria ti hanno poi portato a ritornare allo stesso punto di partenza, la strategia di usare ancora più cattiveria, forza e rabbia, semplicemente non funziona! 


Non lamentarti senza chiedere aiuto. 

È inutile.

Non è piacevole né per te né per le persone che ti stanno intorno.

Lasciamo i mugugni nei peggiori bar di Genova! 


Prima di lamentarti di un risultato nella tua vita, chiediti quali sono le cose che stai facendo per quel particolare obiettivo.

Perché ricordati, il risultato che stai avendo adesso è perfetto per la strategia attuale. 

L’ECCELLENZA DEL DURO LAVORO


L'eccellenza non è un qualcosa di sporadico

L'eccellenza è fare l'eccellenza, è fare cose e azioni.

L'eccellenza è eseguire azioni anche abbastanza ordinarie, ma performate con cura e costantemente.

L'eccellenza è rendere azioni in abitudini.

Le abitudini si accumulano e si accumulano diventando eccellenza. 

Non puoi diventare Picasso in un giorno, né puoi diventare uno scrittore famoso in un giorno. Però chi lo sa che cosa succede quando scrivi 1 ora al giorno per dieci anni.

Non lo sai.


E io vorrei che tu fossi nella mia pelle per sapere che non puoi andare alle Olimpiadi con un giorno di allenamento, ma puoi andare lontano, lontano, lontano, anche con una sola piccola dose di talento


Personalmente te la dico così: in ambito sportivo penso di essere abbastanza talentuoso e lo dico perché quando provo uno sport nuovo, la mia curva di apprendimento è abbastanza ripida.

Imparo velocemente.

Ma il nuoto è dove mi sono sempre sentito di essere nel mio mondo. 


Ma non ho il fisico da nuotatore: un nuotatore ha le spalle larghe, il bacino stretto e le gambe abbastanza longilinee. 

Ma Francesco Pavone non lo sapeva e ha volato lo stesso ai Mondiali per due volte consecutive. 


Uno dei risultati di cui sono più fiero è che sono stato il primo uomo in Italia a nuotare i 200 metri farfalla in meno di 1 minuto e 57 secondi senza l'ausilio di un costume gommato.

Ne vado fiero perché è stato un po' come piantare una pietra miliare, portare il livello di un determinato sport dove non era mai stato prima.

Ed è un'emozione indescrivibile. 


E io so che questa emozione indescrivibile è frutto del duro lavoro

Lavoro vuol dire anche passare innumerevoli ore su YouTube a guardare che cosa faceva Michael Phelps in allenamento, quando al mio coach di allora non gliene fregava niente di migliorare la mia tecnica, ma mi faceva fare solo il culo. 

Tanto tanto allenamento duro, ma non non c'era attenzione a come stavo nuotando.


Nel mio caso l'eccellenza ha tanto tanto duro lavoro alle spalle

Un duro lavoro fatto anche di innumerevoli ore spese a imparare e studiare.

Ore che tante persone non hanno mai visto.


Non avrò avuto questo grande talento.

Ma il tempo che le altre persone hanno passato a compatirmi, a dire quanto fossi scarso o a pensare che non fossi all'altezza, io le ho passate a guardare su YouTube come facevano i campioni a nuotare così veloce. 

E la volta successiva che tornavo in vasca, mi sono messo a praticare quelle cose. 

Gesti abbastanza semplici, gesti non scontati, gesti che si sono accumulati. 

Non ho mai smesso. 

Sono una testa dura: mio padre mi definisce un mastino. 

La costanza è ora uno dei miei punti forti e lo è diventato in quegli anni.


La mia costanza non era di genetica. 

L'ho costruita la mia costanza.

Ed ora so che per avere grandi risultati nella vita hai bisogno di seminare ogni singola settimana. 

Questo vale in qualsiasi sfera della tua vita.

Se sei un genitore, per esempio, pensa a che cosa succede quando hai con tuo figlio una relazione memorabile e sei super contento della relazione che avete. 

Io lo vedo con mio padre. Penso che sia una delle cose più importanti sia per me che per lui avere l'un l'altro.


Ed è una cosa che non puoi costruire interamente questa settimana: è una cosa che si costruisce in una vita.

Quali sono le azioni che ti possono avvicinare a tuo figlio? 


Immagina che tuo figlio sia appena nato: puoi fare il patto con te stesso di passare 10 minuti al giorno a terra a giocare con lui. Questo è un patto solo con te stesso, non con nessun altro… nessuno verrà a controllare come è andata… nessuno verrà a chiederti se lo hai fatto… solo tu puoi decidere certe cose della tua vita.

Dopo una settimana o un mese (forse anche un anno) non sarà cambiato niente, ma pensa come questa piccolissima azione potrà cambiare la vostra relazione nei prossimi 50 anni. 


È una di quelle grandi piccole azioni che avrà un grande ritorno dell'investimento. 

Non sottovalutare l'importanza dei piccoli gesti e del loro impatto sui tuoi risultati. 

IL DURO LAVORO NON GARANTISCE RISULTATI, MA …


Il duro lavoro ti porterà veramente, veramente vicino a quello che pensi sia la felicità.

A mio avviso la felicità è un concetto un po’ sopravvalutato.

Penso che sia un qualcosa di sporadico, a volte imprevedibile.

Alla felicità segue inevitabilmente un momento di meno felicità.


Non ti dico di tristezza, perché non è che c'è o un momento felice o un momento triste. 

Solitamente le cose esistono su uno spettro: immagina una scala da 0 a 10. 

Se ti senti felice probabilmente sei su un 8 o un 9.

Il periodo successivo potrebbe scendere a 6, 5, o anche 4. 

Per andare su quello che viene definito solitamente come depressione si dovrebbe scendere letteralmente sotto lo 0. 

Certo, è possibile passare da un 10 ad un -10 se ricevi la più brutta notizia immaginabile. 


Ed è proprio per questo che non trovo opportuno vivere la vita in funzione della felicità.

Senza cadere all'estremo opposto di dire, visto che la felicità è imprevedibile, momentanea, di breve durata e sporadica, “allora è tutta una merda” (un po’ come il Leopardi che sosteneva che la vita fosse infelicità intervallata da brevi sprazzi di felicità).


E' estremo e riduttivo vedere la vita come o felice o infelice. La vita è tutto quello che c'è nel mezzo. 

E' la normalità di questo pomeriggio, dove c'è un bellissimo tempo fuori e sono qua a lavorare per la crescita del Team Pavone e sono qua a rivolgermi a te per condividere quello che ho imparato

Potrei tranquillamente starmene a dormire o andare a festeggiare fuori o a non fare niente. 


Avrei totalmente la libertà di farlo, ma sono qua perché ho il valore della disciplina

Ho il valore del servizio

Ho il valore della crescita

Ho a cuore il valore della condivisione e del crescere come un team


Il duro lavoro non ti garantisce i risultati che ti sei settato nel tempo che ti sei settato, perché quel setting potrebbe essere imperfetto e non così realistico. 


Però il semplice duro lavoro ti porterà a sentirti come pensi di doverti sentire quando sei felice.

I momenti in cui mi sento più a casa è quando lavoro duramente in palestra, quando lavoro al mio business, o quando studio.

Sicuramente non sono felice quando non sto facendo un cavolo, con i piedi sul divano a guardare Netflix. Quello c'è ogni sera, quella è quotidianità. Quello non è uno dei momenti più belli della mia vita. 


Non sottovalutare l'importanza che ha il duro lavoro sulle tue emozioni e su come ti fa sentire!

NON PUOI FALLIRE


Non puoi fallire! 

Non puoi fallire! 

Nella vita è impossibile fallire. 


Tu potrai dire: “sì, sì, sì, Francesco, guarda, ti faccio vedere io come creo una start up, faccio zero e perdo un sacco di soldi!!!”


In realtà avrai imparato che quella strategia semplicemente non ha funzionato. 


Prima abbracci questa idea, prima inizierai veramente a divertirti in questa vita e a concludere cose più importanti.


Non vedere la vita come un semplice successo o fallimento. 

Se hai successo, ben venga! Tempo di celebrare!

Se pensi di aver ottenuto un fallimento, in realtà hai solo ottenuto una grande opportunità per imparare.

SOLO UNA PERSONA SAPRA’ SE HAI FATTO IL DURO LAVORO AL MASSIMO DELLE TUE POTENZIALITA’


Nessuno saprà se hai fatto un duro lavoro al massimo delle tue potenzialità, ma una persona molto importante lo saprà. 


TE STESSO.


Soltanto tu potrai rispondere a queste domande:

Quali sono le cose dove sei sicuro che potresti dare di più?

Quali sono le cose in cui risparmi le energie?

Lo fai perché non ne hai voglia?

O perché pensi che non siano cose importanti?

O semplicemente perché è successo?


Soltanto tu puoi sapere se non hai dato il massimo.

E se succede negli anni la sicurezza in te stesso si logora. 


Se vuoi essere sicuro di te, tieniti responsabile per dare il meglio. 

Mi ricordo come a nuoto durante l'allenamento non toccavo mai il muro.

Se sei nuotatore capisci quello di cui sto parlando. 

Per chi non lo fosse, considera che gli allenamenti dei nuotatori sono divisi in blocchi: ad esempio, hai 20 blocchi da 50 metri a stile libero con ripartenza 1 minuto.

Fai il primo 50 metri, ci metti 39 secondi e quindi, in questo caso, hai 21 secondi di riposo prima di ripartire, perché la ripartenza è ad ogni minuto. 


Tante volte gli atleti smettono di nuotare e tirano su la testa prima di toccare il muro, perché gli piace titillare il proprio ego, vedere il tempo e dire “Ah, guarda, ho fatto 29!”. 


Ed io dico: no, no, no, aspetta!

Ti mancavano due metri: quindi non hai fatto 29, verosimilmente era un 30,9!


Questa cosa qua non piace solo all'atleta, ma anche all'allenatore: perché vede che il suo atleta sta andando forte.

Ma in realtà sta vedendo quello che vuole vedere ed è letteralmente avere il prosciutto davanti agli occhi. 


Perché ti racconto questo?

Perché, porca vacca, alle Universiadi del 2011 sono arrivato .

Alle Universiadi del 2015 sono arrivato .

Innumerevoli volte ho perso la gara di 1 centesimo

Negli Europei del 2012 non mi sono qualificato alle Olimpiadi per 0,20 secondi.


Puoi guardare il tempo finché vuoi e dire “cacchio, avrei voluto fare 0,20 in meno”.

"Avrei voluto partecipare a quelle Olimpiadi"

Ma non hai un'altra possibilità.

Quella gara è finita.

Quella gara è finita e non tornerà mai più.


E quindi Ciccio, cosa vuoi fare nei prossimi anni? 

Vuoi metterti in testa di toccare il muro e di dare il meglio di quello che puoi dare


Oppure vuoi tenerti un pochettino per domani? 

Vuoi non toccare per sentire che stai andando bene, meglio di quello che in realtà stai facendo? 


NO!

Renditi la vita in allenamento grama e difficile e le gare andranno sempre bene!

 

E così anche nella vita.

Renditi la vita difficile quando stai lavorando. 

Fai un duro lavoro. 


Non garantirà che andrai a quelle Olimpiadi o che avrai il risultato che cerchi. 


Però se non lavori duramente, come farai sapere che hai dato tutto quello che era necessario per raggiungere una determinata cosa? 

Se non sei te a dare un pochettino di più di quello che sai di poter dare, chi può farlo per te? 

Di cosa hai bisogno per raggiungere quell'area di te che lavora molto bene, ad alta intensità e ad un'alta performance?

Non sottostimare l'importanza che queste cose hanno sulla tua fiducia in te stesso. 

Il duro lavoro richiede coraggio.

Non è un qualcosa che succede per sbaglio. 

Ci sarà il punto in cui stai lavorando ma vuoi interrompere. 

USA quel trigger per NON interrompere. 

Ecco dove cresciamo.

 

Siamo in palestra… stiamo facendo una serie… sono le ultime tre ripetizioni. 

Sono difficili. 

Fanno male? 

Portale a casa! 

Butta quel cuore oltre l'ostacolo! 

Provaci!


Non dire non ne avevo più. 

Senza saperlo. 

Falle queste ripetizioni. 

Vai a cedimento. 

Scoprirai che in realtà quella rep in più ce l'avevi. 


E se non ce l'avevi?

Indipendentemente da quello che diranno gli altri, tu stesso saprai la verità. 

Non ce l'avevi. 

Ci hai provato e non è venuta su.

Perfetto. 

PER-FET-TO. 

Obiettivo raggiunto. 

Se vuoi essere sicuro di te, tieniti responsabile per dare il 100%.

INNAMORATI DEL PROCESSO, NON DEL RISULTATO


Colui che è innamorato del processo andrà più lontano di chi è qui per il risultato finale


Questo l'ho visto tantissime volte, specialmente nel bodybuilding natural: gli atleti migliori sono atleti che lo fanno per hobby.

Lo fanno perché amano questo stile di vita.

Sono amanti del duro lavoro, sono amanti della costanza, del letteralmente spaccare la pietra come una goccia d’acqua. 


Ho visto tanti atleti far di tutto per raggiungere un determinato risultato in tre mesi (passare ad esempio da 100 kg a 80 kg) e poi tornare al punto di partenza con gli interessi (arrivare a 105 kg) e non riuscire più a schiodarsi da lì. 


Paradossale ma molto comune. 

Se vuoi ottenere un risultato memorabile, c'è una parola d'ordine: stile di vita. 


Per esempio, se vuoi scrivere un libro è semplice: devi scrivere di più. 

Non è facile scrivere ogni giorno, quindi potrebbe essere utile partire da un qualcosa di più approcciabile. 

Come?

Immaginiamo di scrivere 15 minuti al giorno. 

Però dedica tutto te stesso in questi 15 minuti e decidi 

  • in quale momento della giornata? 

  • in quale posto?

  • in quali circostanze?

  • cosa scriverai? 


C'è un mondo che si aprirà nel momento in cui decidi di approcciare i tuoi obiettivi innamorandoti del processo che ti avvicina a loro.

Innamorati di quel processo. 

Innamorati del migliorare mentre fai. 

Non cercare di aspettare che le circostanze magicamente siano perfette per iniziare.

Andrai più lontano di chi dice di essere qua con una determinazione assoluta, ma nel breve periodo. 

LE QUATTRO DOMANDE FINALI


Volevo lasciarti con quattro domande che penso che siano molto molto molto forti.

Non rispondere subito, aspetta qualche minuto in più e scrivi le tue risposte.  

Poi se ti va di condividerle con me, sai che mi trovi su Instagram a “teampavone” 

Sarò molto molto fiero di darti un cinque per il lavoro sulla tua consapevolezza! 


  1. Chi ti ispira? Chi è la tua fonte di ispirazione nella vita? 

  2. In quali situazioni il tempo sembra fermarsi? Che cosa non vedi l'ora di fare? 

  3. Se i soldi, l'approvazione della società e altre regole sociali non esistessero, come spenderesti il tuo tempo? 

  4. Quali valori e convinzioni ti hanno portato a dove sei e chi sei oggi e quali di questi hanno veramente formato il tuo carattere?


Ricordati che la tua vita non durerà per sempre.

Vedere i tuoi valori ti aiuterà a vivere la vita che vuoi te!

Non la vita che vuole qualcun altro.


Sei tu in controllo della tua vita. 


La libertà ce l'hai. 


È solo questione di iniziare. 


Coach Francesco

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